Raggiungere i quaranta è un rito di passaggio un po’ per tutti, ma per un uomo gay diventa un evento luttuoso: la maggior parte dei frugoletti comincia a darti del lei ed è tutto un continuo “no vecchi: un padre e un nonno ce li ho già”. Un po’ l’atteggiamento che mercato, cinematografia e letteratura riservavano ai gay agé. Negli ultimi anni si è cominciato a raccontare di gay anziani, ben oltre i fatidici quarant’anni: pensando a cinema e TV vengono in mente Cloudburst, Beginners, Love Is Strange, Grace and Frankie, i meno noti Les Invisibles e Out Late, ma anche gli italiani Felice chi è diverso o il corto Luigi e Vincenzo. Quanto alla letteratura Playground ha appena pubblicato un romanzo che vale la pena di segnalare: si tratta di Mr Loverman (Playground, 17,50 €) di Bernardine Evaristo. È la storia di Barry Walker, settantacinquenne ragazzo londinese on the down-low, cioè nero, sposato con moglie e figli a carico, ma con una discreta passione per gli uomini. In particolare per un uomo, Morris, con cui ha una relazione da quando entrambi erano adolescenti. Nonostante sia pieno di spunti polemici, nei confronti di quella che dovrebbe essere una “comunità” gay, nei confronti di quella nera che “comunità” lo è fin troppo, nei confronti dell’involgarimento del cittadino medio, Mr Loverman è soprattutto una storia d’amore, con un protagonista egoista, imperfetto, insolente. E vecchio, il che lo rende immediatamente simpatico.
Per chi volesse aggiungere una voce italiana alla storia gay degli ultimi cinquant’anni, è uscito Sex and the World. Viaggi gay e rock’n’roll (Zona, 17 €), autobiografia a episodi on the road di Bruno Casini, primo storico manager dei Litfiba. Tra un’occasione sfumata di sesso selvaggio nel Marocco di inizio anni Settanta a una notte di romanticismo nella Zurigo dell’altro ieri, passando per la New York tutta droga e niente regole di fine anni Ottanta e le sempre soddisfacenti isole greche, l’autore si abbandona alla memoria di tutto ciò per lui ha voluto dire essere gay e libero.
Infine, da segnalare è anche il ritorno di Eduardo Savarese con Lettera di un omosessuale alla Chiesa di Roma (E/O, 9,50 €). No, non è un atto di contrizione doloroso e pieno di vergogna: l’autore non chiede l’approvazione papale, ma piuttosto spiega perché la Chiesa si sbaglia su una miriade di questioni (sull’accoglienza di facciata, sull’idea di famiglia, sul fantomatico gender). Magari con qualche luogo comune e qualche citazione di San Tommaso che faranno rabbrividire i mangiapreti e i genderqueer, ma di sicuro in maniera efficace.
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