Piccoli festival crescono. È questo il caso di Illecite Visioni 2015, la rassegna di teatro lbgt promossa dal teatro Filodrammatici di Milano, che quest’anno giunge alla quarta edizione e, invitata a far parte delle manifestazioni di Expo in città, viene anticipata di oltre un mese (dal 30 settembre al 4 ottobre) mentre il programma si espande da quattro a cinque giorni. Le linee guida sono rimaste le stesse: a rappresentare la drammaturgia femminile ci sarà Assolutamente deliziose, un testo dell’inglese Claire Dowie. Femminista, lesbica ma anche sposata a un artista gay e madre felice, stand up comedian affermatasi prima a Edimburgo e Londra poi in Europa e America, Claire ha esplorato temi assai spinosi quali l’identità sessuale e le insidie dei ruoli nelle relazioni amorose. Al centro di Assolutamente deliziose ci sono due donne, A e B (Ottavia Orticello e Flaminia Cuzzoli, dirette da Emiliano Russo) che, un tempo amiche d’infanzia e poi amanti, s’incontrano dopo anni e si sfidano in un serrato confronto, ciascuna a difesa del modello di vita – sociale e affettivo – adottato.
Altra caratteristica del festival è quella di incoraggiare i talenti artistici del nostro sud: questa volta tocca a Vucciria Teatro, un giovane ensemble siciliano a cui viene dedicato un focus di due spettacoli. Il primo, Io che mai niente con nessuno avevo fatto, scritto, diretto e interpretato da Joele Anastasi, è la storia di Giovanni, un puro e ingenuo ragazzo che, ancora vergine eppur già bersaglio del bullismo omofobo, s’innamora perdutamente di Giuseppe, insegnante di danza, sposato ma segretamente gay e incline a rapporti sessuali non protetti con i suoi allievi. Sarà una relazione violenta e drammatica con Giovanni ridotto a vittima sacrificale: a confortarlo solo la cugina Rosaria, amica del cuore e preziosa alleata.
La seconda pièce, Battuage, vede riunito in un luogo desolato della periferia urbana un campione di varia umanità: etero, omo e transessuali, prostitute/i, scambisti, tutti alla ricerca di un appagamento sessuale gratuito o a basso costo. A farci da guida è Salvatore, una marchetta con velleità televisive, che mette a nudo l’anima dei presenti per i quali il sesso dovrebbe assurgere a strumento di mediazione capace di mettere le basi di una relazione affettiva. Il desiderio sembra essere il motore delle loro pulsioni, in realtà a imporsi è il senso di solitudine e l’autodistruzione. Anastasi è di nuovo autore, regista e protagonista: gli sono accanto Federica Carruba Toscano, Simone Leonardi e Enrico Sortino che si sdoppiano in 8 personaggi.
Una specificità di cui la rassegna è orgogliosa di occuparsi per la prima volta è quella del transessualismo: lo fa con La Romanina che narra le vicende di Romina Cecconi, tra le prime nel nostro paese a cambiare sesso. Negli anni Sessanta se ne parlava solo a proposito di qualche nome dello spettacolo come Coccinelle ma lei, dopo l’amara esperienza del confino in un paesino del foggiano, non ebbe dubbi e a Losanna affrontò l’operazione. Fu solo l’inizio di una lunga battaglia che la vide citare in giudizio l’anagrafe per cancellare Romano e diventare Romina. A interpretare questa figura sorprendente è l’attrice Anna Meacci che con Luca Scarlini ha anche scritto il testo mentre Giovanni Guerrieri ne cura la regia.
Drammaturgo, regista e attore, Benedetto Sicca adatta per la scena il romanzo La morte della bellezza di Peppino Patroni Griffi e ne fornisce una lettura davvero originale. La storia d’amore tra Eugenio (Sicca) e Lilandt (Mauro Lamantia) è sofferta perché Eugenio non riesce a sottrarsi ai sensi di colpa e all’idea che un legame omosessuale non possa avere le stesse valenze di quello eterosessuale. A fugare lentamente le sue paure c’è la totale intesa sessuale con il partner più giovane: ritroviamo in palcoscenico la fisicità e il linguaggio senza veli che l’autore usa nelle sue pagine per gli infuocati momenti di passione tra i due. Il messaggio destinato allo spettatore è che ogni tipo d’amore non deve essere oggetto di vergogna ma favorire un processo di conoscenza che conduca alla libertà, alla bellezza e alla gioia di vivere.
Dopo il positivo riscontro con gli studenti delle scuole superiori, il collettivo Tecnologia Filosofica ripropone Comuni marziani, uno spettacolo che attraverso recitazione e danza si prefigge di incoraggiare gli adolescenti a prendere coscienza della propria sessualità che può essere anche diversa da quella dei loro coetanei, a non sentirsi più alieni e a affrontare coraggiosamente il coming out con genitori, insegnanti e amici. Come sempre non mancheranno sorprese nei numerosi eventi collaterali a ingresso libero, musica e tasso alcolico a discrezione.
www.teatrofilodrammatici.eu
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