Libri per l’estate

Si preannuncia un’estate lunga e torrida, l’esatto opposto di quella dell’anno scorso. È una notizia fantastica per gli aspiranti lettori gay: basta tapis roulant, i chilogrammi di troppo saranno eliminati naturalmente con una sudorazione continua. A questo giro non ci sono proprio scuse per non fermarsi un attimo, leggere e farci venire un po’ di quella salutare aria intellettuale, accessorio indispensabile per fingerci bei tenebrosi ora che la barba e i baffoni anni Ottanta sembrano definitivamente passati di moda.

Innanzitutto a partire dal 26 maggio è finalmente disponibile La deviazione (Einaudi, 18€), terza stupenda fatica di Gerbrand Bakker, non più edito da Iperborea ma da Einaudi. L’opera è un’esemplare fusione tra diario di viaggio, romanzo sentimentale e atmosfere giallo-noir: chi già conosce l’autore e i suoi C’è silenzio lassù e Giugno troverà confermate, anzi amplificate l’abitudine ai lunghi monologhi interiori e la propensione a rimuovere piuttosto che sovraccaricare. Chi non lo conosce scoprirà in Bakker un interprete finissimo della materia omosessuale, che ne La deviazione a un occhio sbadato potrebbe sembrare molto più secondaria di quanto in realtà sia: un capitolo in particolare, quello che sembra iniziare come un porno vintage teutonico, è folgorante e vale mille conferenze e comizi sul tema. Consigliato a chi preferisce mantenere i piedi per terra, magari tra un allevamento di oche e un tasso selvaggio che li morde, anziché fantasticare e costruire castelli in aria.

Mondadori ha pubblicato il nuovo romanzo di Isabella Santacroce, Supernova (Mondadori, 18€). Le tirate vegan-animaliste dell’autrice possono legittimamente far aggrottare qualche sopracciglio, ma è innegabile che Santacroce sia la nostra Sorella Grimm: ancora una volta le sue pagine raccontano una storia d’innocenza un po’ perduta e un po’ anche indesiderata, memore della trilogia quasi-dantesca che ha pubblicato nell’arco degli scorsi dieci anni. In Supernova si alternano prostituzione minorile e voli pindarici sulla cima della torre Eiffel, oppure ritratti violenti nella loro purezza di un’identità di genere infantile fluida e ubriachezza molesta in una Milano che sembra il girone infernale dei tristi. Il libro è felicemente breve, o quantomeno più breve degli ultimi tre scritti da Santacroce: è un parziale ritorno alle origini, quelle di Destroy e Fluo, che non lascia delusi. Consigliato a chi fatica a vedere il lato positivo.

Christian G. Moretti ha scritto Che morte non vi separi – Fuoco sulla mia carne (Europa Edizioni, 13,90€), la storia purtroppo sempre attuale – sebbene questa sia ambientata una ventina d’anni fa – di un amore tra uomini che viene al contempo spezzato (letteralmente) e consolidato da un tragico episodio criminale: una giovanissima coppia viene aggredita all’uscita da un locale gay, e uno dei due ragazzi viene ridotto in fin di vita. Consigliato a chi conosce la bravura di Liala e non disdegna qualche lacrima liberatoria, ma al contempo non vuole rinunciare a un po’ di sana militanza.

La parola d’ordine di questi tempi è “crisi”, e per libera associazione si arriva immediatamente a pensare alla Grecia. Mentre ovunque impazza Greco moderno di Nikos Petrou (Syncro-High School, 12€), raccontuccio adolescenziale in tutta onestà non straordinario, molto meglio sarebbe leggere l’ultimo romanzo di Petros Markaris, Titoli di coda (Bompiani, 18.50€) che chiude la sua “tetralogia della crisi”. A ben vedere si tratta però di una pentalogia inaugurata già da La lunga estate calda del commissario Charitos, sempre pubblicato da Bompiani, in cui si intravedeva lo spettro di Alba Dorata e le vittime designate erano i gay della Atene bene. Consigliato a coloro che amano quei gialli che vanno oltre l’ordinaria soluzione del caso in cui in genere si scopre che è stato il maggiordomo con il candeliere in veranda: non per niente Markaris è stato più volte definito il Camilleri greco, e a una sviolinata acritica nei confronti di Tsipras preferisce uno sguardo più razionale, laico e gay-friendly sulla Grecia e sull’Occidente contemporaneo.

Last ma assolutamente not least, un testo che per ampiezza di respiro e peso specifico merita una menzione speciale: dopo lunga gestazione è uscito Tutta un’altra storia. L’omosessualità dall’antichità al secondo dopoguerra (Il Saggiatore, 25€) di Giovanni Dall’Orto. Il testo vuole colmare un inammissibile vuoto saggistico e risponde a una domanda: com’era la vita quotidiana delle persone omosessuali che non affrescavano la Cappella Sistina e non scrivevano romanzi epocali? Fratello maggiore dell’ormai celebre Quando eravamo froci (Il Saggiatore, 25€) di Andrea Pini, Tutta un’altra storia è consigliato a chi vuole sapere chi siamo, da dove veniamo, e dove possiamo andare se conosciamo noi stessi.

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