Abbiamo incontrato Conchita Wurst. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Il TUO nuovo video Heroes si apre con una Conchita michelangiolesca. Ti senti un’icona contemporanea?
Io non mi sento un’icona o un simbolo, so che la gente mi vede in quel modo ma io prima di tutto rappresento me stessa e non devo fare nessuno sforzo per esserlo. Sono come tutti gli altri e così mi vedo. Conchita è Conchita.
Unstoppable: è come se tutti avessero scoperto questa parola solo dopo che Conchita l’ha pronunciata sul palcoscenico dell’Eurofestival. Quanto è inarrestabile questa barba per te?
Per me la barba è qualcosa di molto importante perché ho cominciato a fare spettacoli quando avevo 14 anni e non l’avevo. La ragazza barbuta è arrivata dopo, per caso. Stavo rifinendo il trucco agli occhi e non ero ancora rasata e mi sono piaciuta. Di fronte allo specchio ho pensato che sembrava carina. Così l’ho tenuta, insomma è accaduto.
Capita che alcuni ragazzi pensino al suicidio in quello che gli psicologi definiscono il minority stress, sentirsi inferiori perché diversi. Tu ora sei una star, ma c’è stato un momento in cui la star ha aiutato Tom – il tuo nome all’anagrafe – o Tom ha avuto bisogno della star e non l’ha trovata?
Sono sempre stata circondata da un grande sentimento in famiglia e tra gli amici e sono sempre stata supportata dal loro amore. Rivolgendomi ai giovani e giovanissimi, mi rendo conto che l’adolescenza è sempre un periodo duro. Mi sento di rincuorare i giovani che devono credere nell’amore che prima o poi li troverà. E dovete assolutamente credere che andrà meglio. Penso che il più delle volte il problema sia, in un certo senso, soffrire fino al momento in cui si decide di essere orgogliosi di se stessi. Quando avrò deciso, avrò una mia consapevolezza e chiunque vorrà unirsi al mio sentiero io lo accoglierò volentieri. E quelli che non vorranno farlo non importa. Quello sarà il momento di trovare le persone con cui accompagnarmi. Così c’è il momento di credere che l’amore ti troverà e l’amore ti supporterà. Nella mia verità, nel mio mondo, voglio cercare di essere la migliore versione di me stessa e questa è un’esperienza che dura una vita.
Rise Like A Phoenix, il pezzo con cui hai vinto l’Eurofestival lo scorso anno, è stato il numero uno di iTunes in Russia. Cosa diresti a Putin?
Gli chiederei una settimana del suo tempo perché vorrei parlargli. Non solo parlargli, vorrei anche conoscerlo. Mi piacerebbe conoscerlo e capire che cosa significa essere Vladimir Putin. Mi piacerebbe capire perché prende delle decisioni e perché non ne prende altre.
Al Festival di Sanremo, Carlo Conti il presentatore ti ho chiamato Tom. Come l’hai presa?
Sono stata abbastanza sorpresa. Ho anche pensato che fosse anche un equivoco perché stava parlando durante la traduzione simultanea, e mi stava domandando qualcosa sulla barba. Ho davvero pensato che avesse frainteso e non avrei neanche detto niente se i miei fan non avessero reagito alla cosa.
Il concetto è che io sono un’artista drag e scelgo il nome e scelgo il modo in cui presentarmi. E quindi vorrei avere il rispetto che la gente mi deve, chiamandomi Conchita e riferendosi a me come una donna. Giusto per rispettare la creazione a cui io sono arrivata.
In Italia siamo stati abbastanza sorpresi dell’approccio, noi della comunità gay in particolare…
Io non sono stata tanto seccata lo ammetto, sono stata più sorpresa. E per essere onesta fino in fondo, io sul palco non me ne sono accorta subito.
Hero è una parola frequente nelle tue canzoni, oggi abbiamo ancora bisogno di eroi?
Ne abbiamo bisogno. Non è che abbiamo bisogno veramente di un eroe, ma del cercare di essere eroi tutti i giorni. Io stessa lo faccio aiutando gli altri, aiutando la gente comune, cercando di essere dei buoni esseri umani. E penso che questa sia un vero atto dell’essere eroi. Penso che se riuscissimo a essere così, eroi giorno per giorno, tutto potrebbe andare meglio.
Una domanda futile, ma molto milanese. A molti in Italia piace il tuo stile, c’è qualcuno in particolare a cui ti ispiri?
Mi piace la moda, la amo veramente. Mi piace Jean Paul Gaultier, lo adoro ed è diventato uno dei miei punti di riferimento. È nata quasi una specie di amicizia. Naturalmente amo la moda italiana. Sono affezionata a Donatella e al marchio Versace, ma quando devo prendere una decisione sul look, la domanda è: “Che cosa indosserebbe Victoria Beckham?”.
Informazioni su Vienna e l’Eurofestival 2015: www.wien.info/it/vienna-for/gay-lesbian
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