Che cosa hanno in comune gli MTV Awards, Missing You e Osvaldo Supino? Hanno tutti traguardato la trentina nell’anno appena trascorso. A detta della web star i genitori ricordano che in attesa per la sua nascita ballavano proprio il brano di John Waite; tanto che Osvaldo ha voluto riproporlo in duetto con Antonella Lo Coco (finalista della quinta edizione di X-Factor e di cui peraltro sta per uscire il terzo lavoro) nel nuovo album Behind The Curtain: “È un invito ad andare oltre il sipario; là dietro si nascondono al tempo stesso insicurezza e desideri. Ritengo sia il progetto più intimo che ho prodotto a oggi”.
In effetti le tracce dell’album raccontano un Osvaldo senza remore: “L’accettazione completa e il tentativo di spogliarmi di qualsiasi paura di non essere capito e lasciarmi vedere per quello che sono, per la mia storia, le mie contraddizioni, il mio quotidiano”. Una naturalità che si percepisce in Stay, dedicata al padre; un ringraziamento per la tenacia che ha consentito al cantante di realizzare i propri sogni. Un album che vede con distacco gli amori infranti raccontati nel precedente Exposed e pone invece l’accento sulla capacità di innamorarsi serenamente, senza addentrarsi nelle complessità delle dinamiche relazionali, così come è esposto in Now That You Know. “Talvolta bisogna lasciarsi tutto alle spalle, seguire il proprio istinto e avere il coraggio di buttarsi in qualcosa di nuovo gridando Livin’ Again!”.
Non era mai successo che un video clip di aspra denuncia contro l’omofobia diventasse così virale in rete da catapultare il suo autore nell’empireo della musica pop. Eppure a più di un anno di distanza da Take Me To Church, anche il nostro paese si dice pronto a celebrare l’uscita dell’album omonimo di Hozier, il cantautore irlandese che è già stato eletto a portavoce dei conflitti in seno alla chiesa cattolica e al contempo dissacratore di un’etica volta al disfacimento. Su tutte Angel of Small Death And The Codeine Scene rappresenta sì l’emblema della decadenza morale, ma anche la consapevolezza che un’intimità “vissuta” in maniera coerente è sicuramente da preferire all’ipocrisia e al perbenismo di facciata. Lo stesso che contrasta Valentina Gatto (alias Shale Gee) attraverso i suoi testi pungenti. Dopo un’adolescenza passata a farsi un nome nelle radio locali, tre anni fa, con l’ausilio di altri giovani rapper la giovane cantante leccese fonda la Fat Cap Records con cui produce tra l’altro il brano Che male c’è, sorta di inno rap in aperto contrasto all’omofobia mai risolta, recentemente caricato su YouTube.
Leave a Reply