Da almeno quattro-cinque anni le pagine di quotidiani e riviste e i social network sono invasi da notizie che hanno il preciso scopo di allarmare la società comune riguardo alla diffusione di una presunta teoria (o ideologia) del gender. È una strategia pensata a tavolino e, senza che ce ne rendiamo pienamente conto, portata avanti mossa dopo mossa come una partita di scacchi da diversi gruppi fondamentalisti, e ha il chiaro scopo reazionario di impedire l’emancipazione da un lato delle donne e dall’altro delle persone gay, lesbiche e transessuali.
Come parziale risultato a favore del nostro nemico si stanno già pericolosamente indebolendo le poche conquiste che come comunità LGBT italiana abbiamo comunque raggiunto, come per esempio l’accettazione che esistiamo come gruppo sociale che richiede il riconoscimento di specifici diritti civili. Ma il peggiore scacco al re per noi sarebbe ritrovarci nella stessa situazione che stanno vivendo i nostri fratelli e sorelle in Russia, ed è sempre imprudente sottovalutare le intenzioni di un avversario.
Oggi però, finalmente, tutte le persone LGBT e tutti coloro che operano a qualsiasi titolo in ogni ambito del sociale e del politico hanno a disposizione un formidabile strumento scientifico grazie a Federico Ferrari, psicologo e psicoterapeuta sistemico-relazionale, Enrico M. Ragaglia, psicologo di orientamento psicodinamico, e Paolo Rigliano, psichiatra e psicoterapeuta sistemico-relazionale, che hanno unito le loro competenze e hanno pubblicato Il “genere” – una guida orientativa, che rappresenta un aiuto a comprendere meglio sia la natura di tale campagna che i principali concetti intorno alla questione del “genere” e delle identità sessuali. Un lavoro concepito come supporto nella professione clinica, educativa e sociale e come utile strumento di riflessione accademica e culturale.
In estrema sintesi le affermazioni sostenute dallo schieramento anti-gender sono “raffazzonate, ideologiche e aggressive del tipo: che non ci sia né debba o possa mai esserci alcuna differenza tra sesso e genere; che quindi il maschio debba essere sempre e in tutte le civiltà un solo tipo di uomo, perché così ha stabilito Dio su base biologica; che dunque la donna, più debole e meno capace, debba essere sottomessa e limitata. Il pensiero fondamentalista si basa, infatti, sull’idea che esistano differenze naturali, eterne, sacre, definitive e assolute tra la donna e l’uomo, fondate sulla biologia del corpo. Tali differenze sarebbero deducibili, una volta per tutte, dalle Sacre scritture e dalla descrizione, risalente a oltre duemila anni fa, che vi si trova dei rapporti tra donne e uomini”. La tradizione religiosa è usata quindi per imporre risposte che trascendono la capacità di comprensione umana data dalla scienza, e che non tengono minimamente conto né delle diversità e originalità dovute alla geografia del mondo né all’evoluzione delle culture e delle società nei secoli. Ritenere che un inuit che vive al polo Nord e un polinesiano che risiede su un atollo dell’oceano Pacifico condividano le (nostre) stesse idee del mondo è pura falsità.
Edita in collaborazione con SIPSIS, società italiana di psicoterapia per lo studio delle identità sessuali, la guida (disponibile in due versioni, una più scientifica e una più divulgativa) è in libero download al link www.sipsis.it/per-approfondire/materiale-informativo/ ed è una lettura necessaria per riuscire a obiettare punto per punto in maniera rigorosa alla marea di inesattezze o persino di invenzioni che stanno nascendo e crescendo dal seme dell’odio inizialmente piantato. Perché parlare a vanvera di gender oramai fa chic e non impegna ed è un argomento che si può inserire in qualsiasi discorso e contesto, perché come diceva il massimo filosofo dell’illuminismo francese Voltaire citando Francesco Bacone: “Calunniate, calunniate qualche cosa resterà”.
Questa situazione al limite del paradosso l’ha vissuta sulla sua pelle Gianluca Mech, imprenditore e inventore della dieta “tisanoreica” la cui azienda fattura annualmente oltre 20 milioni di euro, che ha fatto pubblico coming out, caso rarissimo in Italia a questi livelli, contestando il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che a un’assemblea di Confindustria a Vicenza a settembre ribadiva tutta la sua contrarietà alle teorie gender, all’utero in affitto e ai matrimoni omosessuali sostenendo che sono questi gli ostacoli che impediscono al paese di crescere. Mech si è alzato in piedi e avvicinandosi al palco gli ha gridato contro tutta la sua indignazione prima di abbandonare la sala.
È diventato perciò necessario che tutti noi assumiamo la nostra parte di responsabilità, formandoci adeguatamente per diffondere in ogni situazione in cui ci dovessimo trovare, dall’ufficio al vicino di casa incontrato al supermercato, informazioni scientificamente corrette, contrastando la mistificazione della lotta alla presunta “ideologia del gender”. La nostra pacifica e serena arma vincente è a semplice portata di mouse.
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