Nell’aprile 2013, su queste pagine, vi raccontai i retroscena della notiziona del momento. Una bambina guarita dall’AIDS, secondo caso al mondo dopo il Paziente di Berlino. Balle.
Già all’annuncio della news una testata più seria delle altre aveva espresso fortissimi dubbi sulla veridicità delle affermazioni, e infatti dopo pochi mesi la notizia è rientrata, perché purtroppo la bambina era ancora ammalata, e si è capito che alla base di tutto c’era una stupidaggine pubblicizzata da un team di ricerca, evidentemente a corto di donazioni, e di centinaia di testate giornalistiche nel mondo che non sanno come riempire pagine, elettroniche o di carta che siano. Non solo sull’HIV, ma su tutto ciò che è scientifico c’è questa approssimazione. Esempi vanno dalle staminali di Vannoni alla cura anti-tumorale Di Bella.
Io due anni fa dissi agli amici di Pride che non avevo nulla di nuovo da scrivere, perché non c’erano novità sul fronte HIV, che non era giusto portare via pagine, costose e preziose, tanto per riempirle. Sarei tornato solo quando ci fosse stata una notizia importante. Nel frattempo c’è stata, secondo me, una bella notizia: nuovi studi sulla PrEP (la terapia assunta preventivamente) la rendono molto meno invasiva e costosa, e ne accertano la grande efficacia. Ne hanno scritto altri qui, studiosi, attivisti, che seguono i congressi internazionali, che sono ormai i luoghi deputati a comunicare le novità.
A metà luglio, altra notiziona sull’AIDS, tant’è che mi scrive subito un mio amico: “Ieri sera a Radio Popolare hanno detto che una ragazza è guarita senza farmaci!”. Vado a leggere tutti i titoli e sono un po’ fotocopia uno dell’altro, come gli articoli lo sono di quello dell’ANSA. Si va da: “HIV, paziente guarisce senza farmaci. È il primo caso al mondo” a “Il virus Hiv regredisce, il primo caso al mondo in Francia”, oppure “Primo caso al mondo: una ragazza francese ha vinto il virus dell’HIV. Speranze in tutto il mondo per la cura all’AIDS”. Ma anche “Francia, il virus Hiv regredisce senza farmaci, primo caso al mondo”. Noi che cosa abbiamo capito?
Che per la prima volta al mondo un infetto dall’HIV è guarito senza usare farmaci. Non è così, e i titoli sono smentiti già dagli stessi articoli che li seguono: non è il primo caso al mondo, ce ne sono decine, solo in Francia sono almeno venticinque. Sono persone nate da madri sieropositive, che avevano il test positivo alla nascita, che hanno ricevuto la terapia per un certo periodo di tempo, e rarissime volte, dopo la sospensione, il virus non è ancora rilevabile nonostante l’interruzione dell’assunzione dei farmaci. La fortunata ragazza francese, che aveva ricevuto un’ottima terapia nei primi sei anni di vita, ha forse eliminato tutto il virus anche quello nascosto? La ragazza ha adattato il suo sistema immunitario per tenere a bada l’infezione? Il virus è mutato per via della terapia precocissima ed è in forma più blanda e meno aggressiva? Non si sa.
La cosa notevole è che siano trascorsi quei 12 anni. È certo importante per la ragazza, ma lo è anche per la ricerca, perché dai casi particolari si possono scoprire nuovi elementi sui meccanismi di questa infezione. Tant’è che i medici dell’Istituto Pasteur, che hanno presentato lo studio all’International Aids Society di Vancouver, dichiarano “Non sappiamo ancora il motivo per cui questa ragazza è in grado di controllare l’infezione. (…) Questo risultato non deve tuttavia essere considerato come una guarigione, è impossibile prevedere l’evoluzione della sua condizione. Il caso della ragazza è comunque un ulteriore argomento a favore del trattamento antiretrovirale il più presto possibile per tutti i bambini nati da madri sieropositive”.
Dunque i titoli facevano intendere cose ben più intriganti rispetto al contenuto degli articoli, ma si sa che i titolisti amano lo scoop e non la fedeltà alla notizia. Quando ci fu da titolare “La peste del 2000” si fregarono le mani vedendo aumentare le tirature, sulla pelle degli infettati che morivano nello stigma sociale. Ancora oggi non si fanno riguardi nel nutrire false speranze, per vendere qualche copia o click in più. State certi che quando veramente si scoprirà la cura che eradica il virus, o il vaccino che veramente lo previene, il titolo sarà in prima pagina e prenderà tutte le colonne.
Guardiamo alla realtà, abbiamo terapie, sempre più efficaci, test sempre più comodi, preservativi in un assortimento fantasioso, lubrificanti di tutti i generi, anche i siliconici che non si asciugano (Durex Eternal, provatelo!), e forse in un futuro prossimo anche in Europa la PrEP, cioè una pillola di Truvada che assunta anche per pochi giorni, abbassa notevolmente il rischio d’infezione, usata non per eliminare i preservativi, ma per eliminare il rischio residuo di un incidente. Ma se chi normalmente non usa il preservativo, per una sua pur opinabile scelta, dovesse usare da oggi la PrEP, avremmo comunque delle infezioni in meno. Ricordiamoci che il nostro fine ultimo è debellare l’infezione con qualsiasi mezzo, senza moralismi di mezzo.
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