Anche quest’anno l’Italia celebrerà l’orgoglio gay, e le strade della penisola saranno invase da tantissime bandiere e da tante anime per un pride che dovrà illuminare una grande richiesta: quella dell’uguaglianza.
Dopo un’assemblea tenutasi a Torino l’8 e il 9 febbraio scorso l’intero movimento lgbt italiano presente si è trovato concorde nel decidere che il tempo dei pride nazionali è finito, che la grammatica della rivendicazione dei diritti è radicalmente e definitivamente cambiata.
Come spiega Andrea Maccarone, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di Roma: “Il pride nazionale è diventato una sorta di feticcio tutto italiano. Nel resto d’Europa è un concetto che non esiste e parliamo di paesi in cui il riconoscimento dei diritti delle persone lgbt è molto più avanzato che da noi”.
Guai a chi si ostinasse a non vedere la realtà delle cose dunque, a chi continuasse a interpretarla col vecchio lessico e i vecchi schemi. Anche quest’anno l’Italia sarà sommersa dall’“Onda pride”, ossia molte città, in collegamento virtuale, avranno il loro pride preceduto da una serie di eventi.
La pluralità di voci, per così dire, a cui il movimento lgbt ci ha abituato è uno straordinario esercizio di libertà ma arriva sempre un momento, in cui il coro deve intonarsi e cantare “in voce sola” la richiesta di diritti e uguaglianza, una festa di orgoglio che fondandosi nella realtà cittadina dovrà mantenere le specificità del territorio.
Un tesoro nascosto che riemerge, quello locale. Questa struttura orizzontale, mettendo al centro tutti, evita la nascita di personalismi, pride di serie A e pride di serie B. Insomma ci si divide nel segno dell’unità.
Il prologo di questa stagione andrà in scena sabato 7 giugno a Roma. Per le strade della città eterna si celebreranno i 20 anni di storia del primo gay pride ufficiale in Italia, che si è svolto nel 1994 grazie a un accordo fra Arcigay e il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli.
L’Italia lgbt continuerà a marciare in sincrono il 28 giugno: Torino, Milano, Venezia, Bologna, Perugia, Napoli, Lecce, Catania, Palermo, Alghero.
Il 5 luglio il pride di Siracusa, tratterà un tema fondamentale per questo paese che è all’origine del vortice di frustrazione, disillusione e paura che stiamo vivendo: il lavoro.
Come spiega il presidente di Arcigay Siracusa, Armando Caravini: “Ormai specie da noi il lavoro non viene più inteso come diritto ma come privilegio, la normalità è diventata la disoccupazione, sarà nostra cura far partecipare la CGIL al pride.
Partendo appunto dal tema del lavoro affronteremo convegni con il mondo politico e sociale e cercheremo di cogliere delle idee in tal senso. Il pride sarà organizzato con tre giorni di eventi culturali e con la parata che sarà rivoluzionaria, saremo accompagnati da un ospite importante che per ora rimane top secret”.
Il 19 luglio chiuderà l’”Onda pride” il primo pride di Reggio Calabria, non un evento cittadino bensì regionale, promosso dal comitato Calabriapride che si sta occupando, proprio mentre questo giornale va in stampa, della stesura del documento politico.
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