Il mondo di Osvaldo

Come molti partecipanti ai talent show, anche Osvaldo in passato ha rincorso caparbiamente il sogno di diventare una star. Osvaldo però ha preferito il web alla tv, scelta che con il passare del tempo si è rivelata giocare indubbiamente a suo favore. Solo tre anni fa il video di Get Sexy ci restituiva un ragazzo tutto sommato ancora ingenuo, ma determinato, intento a scimmiottare le icone pop che ispiravano i suoi sogni adolescenziali. Oggettivamente non gliene possiamo fare una colpa: Osvaldo è il tipico “prodotto” di una generazione che probabilmente ha passato buona parte dei suoi pomeriggi post scolastici stravaccata sul divano davanti a Mtv, mentre due Paola e Chiara qualunque cantavano allo sfinimento Vamos a bailar e le Spice Girls incitavano a Spice Up Your Life
Tuttavia come tutti gli adolescenti che crescono (quanto meno in età), anche Osvaldo ha dovuto fare i conti con l’amara verità che il mondo non è eternamente “favoloso”, e non tutti sono proprio così “benevoli” nei tuoi confronti. Ce lo racconta in occasione della presentazione di Exposed (titolo azzeccato), il suo primo cd, in cui Osvaldo prende spunto dal personale passato recente per esprimere a suo modo il mondo che ci circonda. Anche se il sound, per la maggior parte smaccatamente pop, strizza ancora l’occhio a originali d’oltreoceano, va rimarcato che gli arrangiamenti e l’impronta vocale poco hanno da invidiare ad altri prodotti di ben più blasonati cantanti, che in questo momento sembrano incerti nel prendere una direzione artistica tale da mantenere intatta la loro notorietà.
Ascoltando alcuni brani del tuo cd, ad esempio l’episodio piano e voce Goodbye, sembra quasi tu abbia dismesso la maschera del ragazzo trasgressivo ad ogni costo…
Nooooo. Non credo che sia un disco complessivamente meno trasgressivo dei brani precedentemente realizzati come singoli. Body Sin (che racconta la perdita di controllo dovuta all’alcol durante una serata in discoteca… “Jesus Christ, I’ve never felt like this before, I’m losing control, but I like it” ndr), ad esempio, è “pesante”, però penso sia meno “splat”.
Non ho bisogno del fucsia e del dorato per dire ciò che penso, sono molto diretto, sincero. Come nel caso di Pornographic, che esprime l’ossessione fisica, la forte attrazione quasi “pornografica” nei confronti della persona che ami. Io sono così. Molto fisico, molto carnale nei miei rapporti. È sempre stato un argomento molto presente nella mia musica, ma non l’ho mai vissuto come una provocazione… più che altro come parte del mio linguaggio. Quando ho ascoltato per la prima volta il brano presentatomi dagli autori, ho subito pensato di contattare Chris Crocker, che avevo conosciuto in occasione del mio video Fell For The Enemy. Lui è stato il primo personaggio a cui venivo paragonato dai media italiani quando ho iniziato a viaggiare con il mio primo progetto. Abbiamo sicuramente percorsi, attitudini e obbiettivi diversi, ma ho sempre pensato fosse un personaggio molto forte. In fondo è stato il primo volto di YouTube, la prima vera web star (per quanti non lo sapessero Chris è un autore di brani, blogger, drag queen, dj e altro ancora, che ama autodefinirsi come un “adolescente apertamente gay ed effeminato che vive in una meschina cittadina di provincia”. I suoi video, che risultano tutt’ora essere tra i più visti su YouTube, consistono principalmente di monologhi in cui si dimostra particolarmente narcisista e melodrammatico. Ha fatto il suo debutto nel porno l’anno scorso per Maverick Men e due anni fa sembrava essere imminente un film sotto la direzione di Chi Chi La Rue, ndr). In realtà inizialmente il brano aveva tutto un altro beat; io l’ho voluto molto più “easy”. Ho sempre il vizio di mettere le mani su tutto quello che faccio…
Beh, in questo caso (pensando a Chris Crocker) ci sta tutto… Visto che siamo in tema di artisti gay: perché secondo te in Italia i cantanti gay o presunti tali non fanno militanza per promuovere i diritti glbt anche attraverso il proprio operato, come invece fa ad esempio Ricky Martin?
So che è dura affermarlo: in Italia l’omofobia o comunque la discriminazione verso ciò che non è uno stereotipo omologabile, è presente tra gli stessi gay. Lo dico perché a me ha fatto molto male sentirmi dare dell’effeminato da persone appartenenti alla comunità gay o venire offeso con altri epiteti pesanti che ci si potrebbero attendere da un etero omofobo ma non da un gay. E purtroppo questo andazzo continua anche attraverso i vari blog in rete. Io mi aspetto che assieme a tutto il lavoro che la comunità gay italiana sta facendo per promuovere leggi come il matrimonio egualitario o la legge contro l’omofobia, sia fatta una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli stessi gay affinché accettino che i loro simili siano diversi dall’immagine mainstream del bonazzo palestrato. Dovrebbe essere scontato ciò che dico ma non è così. Ecco perché c’è ancora molta gente che ha paura a essere totalmente se stessa. Dovremmo aprire un po’ più le finestre ai “diversi tra i diversi”. Ci sta allora: se ti puoi attendere che un Tiziano Ferro decida di fare coming out, non puoi pretendere altrettanto che lo faccia un ragazzo di Amici, poiché rischierebbe di essere doppiamente messo sotto tiro, sia da parte degli etero che dagli stessi gay.