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Un ristorante etnico in zona, un motel a prova di privacy o l’aperitivo gay che fa al caso nostro? Nel sondare il web su questi nodi è davvero impossibile non inciampare in Tripadvisor, un sito americano che, dall’asticeria al “kebabbaro” all’angolo, tra fast food, bar e bistrò, ha rapidamente sostituito le non più verdi pagine gialle. E le ha persino surclassate offrendo, città per città, consigli su luoghi di interesse storico, monumenti, mercatini, percorsi ciclistici o parchi.
E in quella che è ormai una guida gratuita globale ai piaceri che offrono città, metropoli e borghi, dal polo nord al polo sud, è possibile rintracciare disco, ristoranti o pizzerie, i loro orari di apertura, una mappa per raggiungerli, alcune fotografie del posto e il costo dei pasti, dei cocktail o dell’ingresso dell’attrazione prescelta. Tripadvisor pubblica anche preziose recensioni (dalla qualità del cibo, alle frequentazione della discoteca, fino a divertentissime perlustrazioni delle toilette) di chi è già passato di lì: una impareggiabile testimonianza per scegliere se un locale fa, o meno, al caso nostro. Mai sognato di condividere quanto ci siamo divertiti in un cruising? O quanto siamo stati entusiasti da una cena con un cameriere che ci faceva l’occhiolino? O, perché no, di dire pubblicamente che con quei cocktail ci hanno avvelenato? Tripadvisor, e alcuni siti simili come holidaycheck.it, booking.com e altri, sono il posto giusto per farlo. E oltre all’esperienza di viaggio, sta rapidamente modificando anche la frequentazione delle città e della notte perché è utile per scoprire nuovi itinerari, locali notturni o “cornettari” aperti fino all’alba. E la scena gay?
Abbiamo provato a interrogare, molto castamente, il sito a Parigi. Che, senza alcun pregiudizio morale, ci ha suggerito immediatamente una visita al Dépôt, uno storico cruising con affollata dark room che si posiziona nel giudizio degli utenti del sito al 97esimo posto nella classifica generale dei locali notturni della metropoli (tra 300 attrazioni recensite) aggiudicandosi un giudizio moderatamente positivo degli avventori-recensori: 3 stelle e mezzo, su un massimo di cinque.
Chi lo ha recensito va subito al sodo e spiega che “è fondamentalmente un sex club nel senso che chi ci va lo fa per fare sesso più che per ballare. Dunque se volete solo ballare dovete andare altrove ma se siete curiosi…”. Il giovane frequentatore del cruising aggiunge che l’ingresso “ha un costo che varia dagli 8,50 a 13 euro e in settimana, entrando prima delle 23 si paga di meno”. Infine un utile suggerimento: “Andate sul presto, entrate pagando poco, e uscite subito facendovi timbrare il braccio per poi avere ingresso libero per tutta la serata e tutta la notte!”. Altri avventori sembrano soddisfatti. Uno dice che il Dépôt è un “bel posto, facile da trovare e merita una visita se siete in cerca di azione”. Robert, dei Paesi Bassi, aggiunge: “Mi sono divertito. Molti ragazzi belli e arrapati. Amo l’atmosfera rilassata, la musica e l’ambiente”. Roland, al contrario, ci tiene a farci sapere che “durante la settimana ci sono poche persone, le toilette sono terribili: il loro odore arriva fino al bar e il personale è sgarbato”. Al contrario per il milanese Mike l’esperienza è stata catastrofica: “Mi hanno rubato l’orologio… State attenti, lasciate tutto a casa”. Un po’ titubanti e in cerca di azione, ma senza orologio al polso, andiamo al Dépôt di venerdì notte: l’esperienza, tra cabine, affollamento e… tutto il resto in quantità industriale, è esattamente quella che ci prospettavano gli utenti del sito, odore di toilette incluso.
La nostra serata parigina è stata all’altezza delle recensioni. Ci accorgiamo però che il sito, che è nato ed è molto frequentato negli Stati Uniti, è lontano dalla completezza che merita la vita gay notturna europea: di Parigi reperiamo il Dépôt e lo storico Le Queen (“ascoltatemi, è ormai solo un locale gay friendly turistico”, spiega un avventore deluso), ma mancano i sabato sera disco allo Scream, locale giovanissimo con una dark piacevolmente congestionata, e decine di altri locali che animano la movida arcobaleno della capitale. La guida Spartacus (spartacusworld.com) o guide amatoriali di turismo gay locale, da questo punto di vista sono, al momento, più complete, ma per contro non dispongono di recensioni.
La nostra impressione è confermata anche in una toccata e fuga a Berlino: sul sito mancano le grandi cattedrali del cruising internazionale come il Lab.Oratory e non è segnalata l’imperdibile esperienza di ballare in abito adamitico al KitKatClub. Troviamo comunque il più turistico e tradizionale sex club Tom’s Bar insieme a numerose recensioni di bed & breakfast che si rivolgono a un pubblico gay. Tra questi l’Hotel BB che Fabio, un turista italiano, sconsiglia, ma senza cattiveria, agli etero: “È bene sapere che è collocato nel cuore dell’area gay della città; le strade che circondano l’hotel ospitano negozi di video porno, massaggi omosex, locali a luci rosa, rosse… La sera la strada si riempie di decine di personaggi, molti dei quali ospiti dell’hotel, in abiti sado-maso che rendono un po’ inquietante l’atmosfera; di aspetto minaccioso ma inoffensivi. Non sembra l’ideale per la vacanza della famigliola”. Ma questo dipende dalla famigliola.
È indubbio comunque che segnalazioni e suggerimenti, e la dovuta completezza, arriveranno con il tempo. E non dovremmo certo aspettare molto se sul sito già troviamo localetti come il disco-bar Bacchus della piccola Innsbruck, in Austria, che piace a un trentenne, per la sua “clientela giovane e per lo più gay e lesbo”, “nonostante il fumo”. O se, ancora, una famigliola italiana in viaggio a Bruxelles non esita ad annotare proprio su Tripadvisor che, al ristorante À La Folie, “dopo che vi sarete seduti, guardando le altre coppie, vi renderete conto che il locale è segnalato tra i locali gay della città, senza però nessun eccesso. Io ero con la mia famiglia con figlio piccolo al seguito e ci siamo trovati benissimo”.
Ma possiamo fidarci di recensioni spesso anonime? E se il sito vendesse le classifiche in modo da far apparire certe attività migliori di altre? Tutti questi problemi sono già stati sollevati e Tripadvisor, che sostiene di non avere responsabilità su quanto pubblicato dagli utenti, sta studiando complessi sistemi di verifica e controllo. E per di più metterebbe in lista nera quelle attività commerciali scoperte a frodare con recensioni pilotate. Su questo, purtroppo non siamo riusciti, nonostante solleciti, a parlare direttamente con gli amministratori del sito. Meglio quindi fare la tara alle recensioni: sono un utile strumento per orientarsi, ma se cercate la verità Tripadvisor è un po’ come la Bibbia, va interpretato.
Navigare sul sito resta comunque un’esperienza istruttiva: Tripadvisor non si limita infatti a suggerire i locali, sul sito sono recensiti e votati anche vie, monumenti, spiagge. parchi o interi quartieri. Anche gay.
È il caso, tra una Tour Eiffel e una piazza San Marco, dell’Homomonument di Amsterdam, un monumento alle vittime omosessuali del nazismo che non sembra convincere i visitatori. Un americano ha faticato molto a scovarlo: “Il monumento è così minimalista che non eravamo nemmeno sicuri di esserci seduti sopra, finché non ho notato la coppia gay seduta sui gradini sotto di noi”. Un inglese è deluso: “È un triangolo sul pavimento. Mi sarei aspettato qualcosa di più significativo. Comunque, questa cosa è facile da non vedere quindi tenete gli occhi a terra”. Emily, di Monaco, si scusa quasi per non aver apprezzato: “Forse non mi è piaciuto perché io non sono gay, lesbica, o bisessuale. Ma posso immaginare che se lo fossi stata, avrei desiderato vederlo”.
L’analisi turistica dei quartieri gay, ancora, offre, nelle parole di chi lo racconta, numerosi spunti sulla gay life internazionale. Fabio di Monfalcone ha il cipiglio della guida turistica nel raccontare il The Castro di San Francisco che “balzò agli onori della cronaca quando venne eletto un sindaco gay proveniente da Castro, quell’Harvey Milk magistralmente interpretato da Sean Penn nel film Milk. Sono molti i negozi di tendenza, molto belli. Carinissimi locali frequentati da gay, caffè biologico, cibo biologico, tutto all’insegna della salute. Ci sono ovunque bandiere della pace. Si arriva anche con il tram”. Chelsea, a New York, per un americano è una sorta di paradiso: “Ho lavorato in questa zona e mi è piaciuta molto. A poca distanza a piedi da Madison Square Park, in estate durante la pausa pranzo, mangiavo all’aperto a Shake Shack. Ci sono un sacco di bei ristoranti nelle vicinanze. E poi sempre in circolazione attori e modelli agli angoli della strada, tutti molto gentili. Vorrei lavorare ancora lì”. In Europa piace un sacco ai turisti perché è “gay, gay, gay” la Chueca a Madrid o l’immancabile Marais di Parigi: “Aperto e tollerante; la scena gay è ottimamente rappresentata”. E l’Italia?
Francamente e non a sorpresa è velata anche su Tripadvisor tanto sono rari, se non proprio inesistenti, le segnalazioni di locali e attività rivolte preferibilmente a un pubblico gay sul sito. Non c’è nessun cruising, nessuna disco, nessun bar a eccezione di alcuni locali dell’estate gay di Torre del Lago, e del Gay Village di Roma, solo menzionato, in attesa che qualcuno si degni di raccontarlo.
Eppure gli omosessuali italiani frequentano il sito. È il caso di una coppietta dispersa a Patrasso che per trovare un locale apre una discussione tra utenti sull’annoso problema del “dove la do stasera”: “Siamo una coppia gay sui vent’anni circa e vorremmo sapere se qualcuno ci può consigliare qualche discoteca o locale carino”. C’è poi più di qualche recensore che usa come nome sul sito declinazioni fantasiose di “bear” e frequenta innumerevoli gelaterie e ristoranti che eviterebbe chiunque fosse a dieta, ma che non recensisce nessun locale gay.
Per assurdo sono nientemeno che gli eterosessuali ad aprire qualche timido spiraglio sulla scena gay italiana, con Francesco che con moglie e un cugino si diverte alla Città in fiore, noto ristorante gay friendly di Roma: “Per prima cosa non ha quell’odore forte di… ristorante cinese. La proprietaria vestita da Miss Saigon è gentilissima e mette a proprio agio consigliando qualche piatto. Inoltre è uno dei pochi locali gay friendly della capitale che di certo non brilla nel mondo per tolleranza. Quindi atmosfera divertente”. Una ragazza soddisfatta per il menù aggiunge che “il locale è gay-friendly, quindi astenersi omofobi, per favore”. Omofobi comunque all’azione ad esempio in un lamento su booking.com per un hotel in Sardegna frequentato da troppe coppie gay che “spopolavano nella hall”. Per contro Milano, almeno sui Tripadvisor, è vergine: i locali gay non ci sono… per ora.
Insomma, il materiale è davvero abbastanza per una analisi “frociologica”, tra velataggine e arretratezza, o forse, solo poca duttilità nell’uso del web. Ma arriveremo presto anche qui: il futuro dei nostri piaceri, a tavola, in albergo, nei parchi o nei locali, non aspetta altro che di essere recensito.